Non sono previste adesioni veloci per l’entrata dell’Ucraina nell’Unione europea. Inoltre si tratta di un paese in guerra.
Dopo la richiesta di Zelensky e le vaghe illusioni date a Kiev dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, arriva lo stop. Una brusca frenata ai sogni europei dell’Ucraina. Arriva proprio da Versailles il gelo sull’adesione velocizzata per Kiev sull’entrata nell’Unione. Il presidente olandese arrivato al vertice in Francia sottolinea che non vi è alcun dubbio sul sostegno dell’Europa come dei Paesi Bassi all’Ucraina fornendo tutto l’aiuto possibile. Ma non ci sono procedure veloci per l’adesione dell’Ucraina da parte dell’Ue.
Escluso un percorso prioritario per Kiev nonostante le preghiere, che a volte suonano come invettive, di Zelensky rivolte ai leader occidentali. Anche il presidente francese Emmanuel Macron taglia corto: “Possiamo aprire oggi un processo di adesione con un Paese in guerra? Non penso proprio”. La situazione odierna è forse diversa da quella prospettata da Bruxelles solo due settimane fa. Oggi l’Ucraina è un paese in guerra con un paese confinante, questo non è di certo un buon requisito per entrare nell’Unione europea. Tantomeno aprire un percorso preferenziale e prioritario.
I paesi usciti dalla guerra dei Balcani hanno dovuto aspettare quasi un anno solo per ricevere lo status di candidati. E sono dieci anni che ancora stanno aspettando di entrare nell’Unione europea. I requisiti sono molto rigidi e al momento l’Ucraina non li rispetta per via della guerra in cui è coinvolta. Una guerra che non ha voluto ma che Bruxelles non può far finta che non ci sia.
Nessun fast track per Kiev
Ma nonostante al momento non sia possibile procedere, l’Eliseo come anche Bruxelles non ha intenzione di chiudere le porte in faccia a Kiev e ai suoi sogni europeisti. Anche se i leader europei hanno intenzione di restare molto cauti a causa della Russia. Putin ha deciso di invadere il paese confinante in risposta alla probabile adesione alla Nato da parte di Kiev. Un’entrata nell’Unione europea, soprattutto accelerata, potrebbe scatenare le ire di Mosca e riversarsi all’interno dell’Ue in modo più pervasivo di quanto non sia ora.
Per questo Xavier Bettel, premier del Lussemburgo, ha tenuto a sottolineare che i ventisette paesi membri dovranno fare attenzione a non illudere Kiev dando all’Ucraina “la sensazione che tutto possa accadere dall’oggi al domani”. Sarà un percorso difficile e lento, senza fast track come ha detto Rutte. La regione in cui si trova l’Ucraina non è facile e non ha rapporti sereni con l’Occidente, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti.